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Cybersecurity e Geopolitica: Puntare su Soluzioni Italiane è Strategico

Alla luce del crescente clima di incertezza a livello geopolitico, le aziende subiscono una pressione sempre maggiore nel tutelare i propri sistemi informativi e il patrimonio di dati.

Gartner nella ricerca Predicts 2025: Enabling Cybersecurity Despite Geopolitical Rifts mette sotto un riflettore come i cambiamenti nello scenario mondiale stanno ridefinendo le priorità dei CTO, imponendo un approccio più consapevole e resiliente.

1. L’impatto della geopolitica sulle strategie di sicurezza

Secondo i dati riportati nella ricerca, il 19% dei dirigenti coinvolti, ritiene che la gestione del rischio geopolitico sia una delle aree più importanti su cui investire. Tale evidenza trova conferma anche nel crescente numero di normative internazionali e nazionali mirate a rafforzare la protezione dei sistemi informativi e la resilienza dell’infrastruttura digitale rendendo indispensabile:

  • Integrare le implicazioni geopolitiche nelle strategie di cybersecurity, monitorando i possibili effetti di tensioni, sanzioni o restrizioni.
  • Adottare piani di business continuity in grado di garantire operatività anche in contesti di incertezza politica o economica.
  • Rafforzare i protocolli di sicurezza in ottica di cyber resilience, cioè la capacità dell’organizzazione di resistere, assorbire e reagire in modo rapido agli attacchi.

2. Cyber deterrence come misura preventiva

Lo stesso documento evidenzia come le iniziative di cyber deterrence – cioè l’insieme di tattiche volte a dissuadere gli attaccanti prima ancora che colpiscano – possano integrare in modo efficace le tradizionali contromisure difensive. Piuttosto che limitarsi a rispondere reattivamente, le imprese che anticipano le mosse delle minacce riescono a:

  • Diminuire la probabilità di attacco, rendendo meno attraente l’obiettivo.
  • Diminuire il tempo di esposizione e il rischio di violazioni su larga scala.
  • Provvedere alla protezione cyber come elemento differenziante, dimostrando alle controparti (fornitori, partner, autorità) un elevato livello di maturità nella gestione della sicurezza informatica.

Questo si traduce in un vantaggio competitivo concreto, specialmente in settori dove la protezione dei dati è cruciale (finanziario, sanitario, manifatturiero avanzato) e concorre a tutelare il valore e la reputazione dell’azienda.

3. Gestione dei rischi con i fornitori: il “terzo anello” da tutelare

Un altro aspetto messo in rilievo è la crescente importanza della Third-Party Cyber-Risk Management (TPCRM). A fronte di un numero sempre maggiore di partner, consulenti e fornitori con accesso alle informazioni critiche dell’azienda, diventa indispensabile impostare:

  • Processi di due diligence solidi, in modo da verificare periodicamente gli standard di sicurezza adottati da ogni terza parte.
  • Piani di continuità operativa condivisi, che definiscano come reagire in caso di incidente informatico presso uno dei fornitori chiave.
  • Controlli compensativi in grado di ridurre i rischi anche quando la filiera estesa presenta gap di sicurezza.

Nel documento si sottolinea come, entro il 2028, più del 30% delle organizzazioni concentrerà la propria strategia di gestione del rischio sui piani di continuità operativa e sull’attuazione di misure di “taglio immediato dell’accesso” in caso di emergenza. Ciò implica saper bilanciare l’apertura verso i partner con la protezione del proprio perimetro digitale.

4. L’innovazione dell’Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI)

Entro il 2027, il 60% dei team di sicurezza adotterà soluzioni di cybersecurity risk management abilitate dall’Intelligenza Artificiale Generativa, al fine di sopperire alla carenza di competenze specialistiche. L’automazione e le capacità di analisi avanzata dell’IA:

  • Migliorano la rilevazione di comportamenti anomali e potenziali minacce.
  • Accelerano i processi di valutazione e revisione dei contratti di terze parti.
  • Rendono più tempestiva la gestione degli incidenti, riducendo l’impatto sul business.

L’integrazione di algoritmi di GenAI con software di threat intelligence o piattaforme di monitoraggio consente di estendere la protezione in modo scalabile, soprattutto nelle realtà in cui i volumi di dati e i flussi di comunicazione digitale sono in costante aumento.

5. Perché preferire soluzioni di cybersecurity italiane

Per le aziende italiane, la scelta di tecnologie e partner nazionali in ambito cybersecurity offre alcuni vantaggi strategici:

  1. Conformità normativa e sovranità dei dati: normative come il GDPR o quelle specifiche di alcuni settori verticali impongono misure stringenti nella gestione e conservazione dei dati. Un fornitore italiano può garantire con maggiore agilità l’aderenza ai requisiti locali e alle policy di data localization.
  2. Valorizzazione del know-how interno: collaborare con realtà italiane consente di rafforzare le competenze specialistiche sul territorio, contribuendo alla crescita dell’ecosistema della cybersecurity nazionale.
  3. Supporto dedicato e prossimità culturale: la vicinanza linguistica e culturale, unitamente a una minore distanza geografica, favorisce tempi di risposta rapidi e un allineamento più semplice su esigenze e priorità di sicurezza.
  • Rafforzare le soluzioni di cyber deterrence e la capacità di risposta preventiva agli attacchi.
  • Potenziare la gestione del rischio informatico legato ai fornitori, predisponendo piani di continuità e controlli mirati.
  • Adottare l’IA generativa per migliorare l’efficacia delle attività di monitoraggio e la capacità di analisi.

In tale contesto, optare per soluzioni di cybersecurity italiane, come Agger, non rappresenta soltanto un elemento di conformità e tutela della sovranità dei dati, ma anche un investimento nella sicurezza del nostro paese. L’obiettivo finale è garantire la continuità del business, tutelare le informazioni critiche e sostenere la competitività delle nostre imprese in un contesto internazionale sempre più complesso.